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mercoledì 11 novembre 2009

Il salotto di Vespa e la casa del Gf? Non sono poi così lontani...

 Ffwebmagazine
11 novembre 2009
“Questa o quella, per me pari sono...”. O forse non è il caso di scomodare Giuseppe Verdi, visto che ci stiamo riferendo alle scintille tra Porta a Porta e Grande Fratello. Questi i fatti: la settimana scorsa Bruno Vespa ha dedicato una puntata al reality dei reality, al padre di tutti gli spioni catodici, ospitando in studio anche Floriana Secondi e Augusto De Megni, ex concorrenti della casa di Cinecittà. Due ore filate per criticare il Gf, per ribadire quanto sia cheap, kitsch, out, desengagé, guardare questo sommo esempio di tv spazzatura e quanto sia stato bello, benefico, rivoluzionario, candido e puro, il successo di ascolti di Pinocchio sui segregati di Canale 5. Bene. Bravo. Bis. Anche se i punti di share che frutta la discussione sul Gf al buon Vespa piacciono e non poco.

Pochi giorni dopo (esattamente lunedì), Alessia  Marcuzzi risponde in diretta, pur senza nominare mai il giornalista di Raiuno: «Ringrazio tutti quelli che ci seguono e tutti i programmi che parlano di noi. Anche quei programmi che parlano di noi in maniera scorretta. Loro sanno a chi mi riferisco. Chi vuole capire capisca». Parata e risposta.

Diatriba tra televisione alta e televisione bassa? Tra il salotto buono della politica e la discarica del nazionalpopolare? Non proprio. Pensiamoci un attimo. Nella casa del Grande Fratello, sconosciuti senza arte né parte urlano, litigano, danno uno spettacolo orribile di sé e del paese. Nel salotto di Bruno Vespa, politici conosciuti o meno (a volte senza arte né parte), urlano, litigano, danno uno spettacolo orribile di sé e del paese. Che sia un capogruppo parlamentare o un tamarro di periferia, dunque, il succo è sempre quello: televisione urlata, inacidita, dove ognuno cerca di gridare più forte dell'altro, perché secondo lo schema dominante chi urla vince e “buca” lo schermo.

Due tipi diversi di reality, dunque, entrambi distanti anni luce, però, dalla realtà. Viene rappresentato un modello di Italia che va per la maggiore, quello degli scontri, delle contrapposizioni frontali (che siano tra coalizioni politiche o gruppetti di gieffini poco cambia), dell'eccesso e del cattivo gusto. Sappiamo benissimo che il nostro paese non è così. Il problema è che nella società dell'immagine e della comunicazione, la verità è quella veicolata dai media. Quindi, checché ne pensiate, l'Italia è quella di Porta a Porta e del Grande Fratello. Punto.

Lo scontro al vetriolo tra Vespa e Marcuzzi (un giornalista e una showgirl, ruoli paradigmatici spesso sovrapponibili) è uno scontro interno, lotte intestine al reality show ininterrotto della televisione italiana. Forse Vespa risponderà alla reazione della conduttrice di Canale 5, forse no. Di sicuro continuerà ad andare in onda il circo infinito dell'Italia che vogliono farci trangugiare.

Niente atteggiamento antitelevisivo da radical chic, per carità. Ma il nostro famelico interesse nei confronti della televisione (di qualsiasi genere essa sia) vacilla sotto i colpi dello strapotere del reality style. Noi resisteremo, rimarremo incollati al nostro divano con il telecomando in mano e la classica Peroni familiare gelata di fantozziana memoria. E la prossima volta che Vespa criticherà il Grande Fratello ci faremo una risata. Il bue che dice cornuto all'asino.

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