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mercoledì 14 aprile 2010

La destra moderna dell'alcalde Gallardon

Ffwebmagazine
14 aprile 2010
È un politico stimato trasversalmente. È misurato, propositivo, moderno e pronto a incarnare l'anima più europea della destra. Si chiama Alberto Ruiz-Gallardon, ha 51 anni e di "mestiere" fa il sindaco di Madrid.

A ventinove anni era già portavoce del gruppo parlamentare popolare al Senato, a trentuno anni Segretario generale di Alianza Popular (il progenitore del Pp), a trentasette presidente della Comunidad de Madrid. Poi la sfida per diventare sindaco (alcalde, in castigliano) della capitale spagnola, su richiesta diretta di José Maria Aznar, in tandem proprio con la moglie dell'ex premier, Ana Botella: maggioranza assoluta e vittoria con il 51% dei voti. Quattro anni dopo si replica e Gallardon riesce addirittura ad aumentare i consensi (55%). Oggi Alberto Ruiz-Gallardon è uno dei politici più stimati del paese: lo certificano tutti i sondaggisti, di diverso orientamento politico.

La carriera e il gradimento dell'alcalde madrileno non sembrano essere particolari. In effetti sono molti i politici, spagnoli e non, stimati e votati in massa. Ma il cursus honorum di Gallardon non è lineare come sembra, soprattutto se si considera che i primi avversari del primo cittadino di Madrid sono all'interno del suo stesso partito, il Pp guidato da Mariano Rajoy. A cominciare dalla señora del centrodestra spagnolo, quella Esperanza Aguirre che ha preso il posto dello stesso Gallardon come presidente della Comunidad de Madrid (la regione che include la capitale e le città vicine).

La Aguirre è spagnola in tutto e per tutto: aggressiva, rampante, presenzialista, sempre sotto i riflettori (sabato sera è stata tra i vip più fotografati e ripresi dalle telecamere al Bernabeu durante il supermatch Real-Barcellona). E più passa il tempo, più la quasi sessantenne Aguirre sembra ringiovanire: immagini photoshoppate, più di un sospetto che ci sia anche lo zampino del chirurgo. Il suo potere all'interno del Partido Popular è in crescita, così come le continue gaffes pubbliche che sono pane fragrante per i denti voraci della televisione spagnola.

El alcalde è di tutt'altra pasta, e i madrileni lo dicono a gran voce. Uno dei momenti più tesi tra il sindaco e il Pp è del 2006, quando Gallardon decise, limitandosi ad applicare una legge dello Stato, di celebrare un matrimonio omosessuale, provocando l'ira del gotha popolare. Ma Madrid non è città che si scandalizza con poco. È la città che ospita Chueca, il quartiere gay più grande d'Europa e un Pride annuale da un milione e mezzo di persone.

Da un lato una destra di plastica, dunque, e dall'altro una nuova destra liberalconservatrice che non ha paura di confrontarsi con la modernità e il progresso. E nel paese eccessivo per antonomasia come quello iberico, nemmeno gli eccessi zapateristi da un lato e l'ipertradizionalismo di una parte del Pp e della Chiesa dall'altro, hanno fino ad oggi scalfito la popolarità di Gallardon e la sua azione politica che se ne infischia letteralmente delle divisioni politiche aprioristiche, del muro contro muro che conosciamo così bene anche in Italia.

La sfida è duplice e ugualmente difficile: offrire agli spagnoli un'alternativa allo zapaterismo dilagante e rinnovare un centrodestra imbolsito e ammuffito dalla scialba leadership di Mariano Rajoy. Chissà se il desiderio dei madrileni verrà esaudito e Alberto Ruiz-Gallardon potrà un giorno entrare alla Moncloa. Di sicuro c'è che l'unica novità degli ultimi anni è rappresentata dal suo nuovo approccio alla politica. Chi vincerà? La destra di plastica, ancorata al passato, che non ha visione o quella liquida, nuova, moderna ed europea? Parliamo della Spagna, ovviamente.

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