Ffwebmagazine
19 maggio 2010
Proprio nel giorno in cui Mamma Rai cambia logo, rinnovandosi graficamente solo pochi anni dopo il funesto arrivo della criticatissima “farfallina”, dalle parti di viale Mazzini si scatena la tempesta. A innescarla, stavolta, non è Santoro, né Travaglio o Minzolini. Non si tratta di un capriccio di una star del piccolo schermo, insomma. La polemica monta direttamente dai sotterranei di Saxa Rubra, dalle catacombe del giornalismo televisivo, da quella realtà professionale piccola e bistrattata che è Rainews24 (da ieri solo Rainews). La rete all news diretta da Corradino Mineo, infatti, improvvisamente è sparita dai televisori italiani sul digitale terrestre e persino sul bouquet satellitare di Sky.
La reazione dei già mugugnanti giornalisti di Rainews non si è fatta attendere: nota ufficiale, richiesta di spiegazioni, Mineo infuriato e assemblea immediata. Risultato: sciopero indetto per il 28 maggio e sit-in pomeridiano all'ombra del cavallo morente. A nulla sono valse le motivazioni dell'azienda, pronta a giustificare il disguido tecnico con un cambio di frequenze dovuto allo switch over in alcune zone del nord. Anche perché i problemi di frequenza sul digitale non spiegherebbero comunque l'oscuramento sul satellite.
La professionalità di Rainews, in effetti, è calpestata da tempo dai piani alti della Rai. E nessuna differenza si è vista quando al governo c'era il centrosinistra. Sembra che, nonostante ciò che dicano i dirigenti, il canale all news non sia strategico per l'azienda. Errore madornale e pacchiano, visto che negli ultimi anni il canale televisivo che più di ogni altro ha riscosso successi roboanti, è cresciuto e si è fatto conoscere al grande pubblico è proprio un diretto competitor di Rainews, cioè SkyTg24 di Rupert Murdoch.
Fino a qualche tempo fa si imputava a Rainews la linea troppo estrema su alcuni argomenti per riuscire a raccogliere un'audience vasta e trasversale. Critica peraltro condivisibile, viste le spericolate posizioni politiche di chi ha preceduto Corradino Mineo alla scrivania di direttore. Da quando è arrivato l'ex giornalista del Tg3 e già corrispondente da Parigi, l'aria è cambiata e molto. Non solo contenutisticamente, per intenderci, ma anche e soprattutto nella forma e nello stile. Se a SkyTg24 sono tutti giovani, aitanti e à la page, infatti, a Rainews si prediligeva lo stile radical, molto informale (troppo informale!), con giornalisti attempati o che non trovavano spazio sulle reti generaliste.
Un po' funziona ancora così, visto che la rete è vista come una riserva dentro cui parcheggiare chi non è adatto a fare altro (o chi non ha abbastanza santi in Paradiso?). Per non parlare dei risibili mezzi economici destinati al progetto! Una manciata di noccioline, reperite tagliuzzando qua e là, il minimo indispensabile per continuare a vivacchiare, senza acuti né cambi di ritmo. Eppure, nonostante il quadro desolante, Mineo continua a innovare, a sperimentare, a cambiare il volto di una rete televisiva che piano piano sta tentando di mettersi al passo con i competitors italiani e stranieri. È piuttosto comprensibile, quindi, che una trincea già provata da anni di indifferenza, quando non di ostilità, reagisca duramente se persino il poco che si può fare non va in onda.
Le motivazioni addotte dall'azienda, dicevamo, sembrano un po' deboli. E le risposte vere devono arrivare con investimenti maggiori e più credito nei confronti di un team di professionisti che è riuscito a raggiungere livelli più che dignitosi, contando sui pochi mezzi a disposizione. Forse è questo che ha dato fastidio a viale Mazzini. Forse c'era qualcuno, lì ai piani alti, dove si preferisce decidere di grandi show del sabato sera o soubrette da collocare, che sperava che Rainews facesse la classica figura di chi spera di fare le nozze con i fichi secchi.
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