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giovedì 6 maggio 2010

Quando lo schermo è tutto un tripudio di... deretani

Ffwebmagazine
6 maggio 2010
In quel Circo Barnum imbarazzante che è diventata la televisione italiana, ci mancavano solo i culi imparruccati che interpretano Grease. Chi non ha assistito all'orrida performance forse non crederà a quello che sta leggendo, eppure vi assicuriamo che è andata proprio così. Il “merito” di questo alto momento di spettacolo televisivo è di Italia's got talent, versione nostrana del format inglese Britain's got talent. Ma se a Londra c'è Simon Cowell in giuria e Susan Boyle sul palco, noi ci dobbiamo accontentare di Rudy Zerbi e dei culi truccati e canterini.

Lungi dal voler cadere nel cliché moralista o radical chic, è però innegabile che vedere uno spettacolo simile in prima serata su Canale 5 fa accapponare la pelle. Non fosse altro perché lo show in questione ospita in giuria anche Maria De Filippi e Gerry Scotti, le due punte di diamante della squadra Mediaset. Il nostro appunto, prima ancora che televisivo, è prettamente estetico. Perché mandare in onda due sederi completamente nudi che zompettano allegramente (e con scarso talento, c'è da aggiungere) sulle note del musical reso celebre da John Travolta e Olivia Newton-John? Cosa hanno voluto dimostrare gli autori con questa scelta? Non capiamo, nonostante ci stiamo sforzando di interpretare l'oscenità di una cosa simile. Un'interpretazione scherzosa (e un po' maligna) potrebbe essere la seguente: con tutte le facce da culo che imperversano sui nostri schermi, due culi veri, in chiappe e ossa, non dovrebbero scandalizzare più di tanto.
Scherzi a parte, l'episodio di cui stiamo parlando è l'ennesimo sintomo di una malattia cronica e forse incurabile che ha colpito la nostra tv. Si sono raggiunti livelli impensabili solo fino a pochi anni fa e più passa il tempo, più si alza l'asticella del cattivo gusto. E i culi musicali non sono l'unico motivo di sconforto per lo spettatore italiano di questi tempi. È da poco tornato in onda, ad esempio, La Pupa e il Secchione, reality show costruito a tavolino che punta a dimostrare il cliché che le belle sono oche e i brutti sono geni. Peccato, però, che già dalla scelta dei conduttori il teorema sia stato sovvertito: Paola Barale è bella e ha anche un cervello; Enrico Papi... beh, è Enrico Papi.

E poi, spiace dirlo, il Ciao Darwin di Paolo Bonolis si sta confermando ancora una volta come un programma volgare, caciarone, urlato, assolutamente privo di contenuti. Spiace, dicevamo, perché Bonolis anche in questo caso dimostra di essere un cavallo di razza, conducendo con il solito piglio adrenalinico e con la consueta ironia dissacrante che tanto ci piace. Il problema, però, è il format nel suo insieme. Fenomeni da baraccone, personaggi troppo eccessivi, nudità per nulla celate, linguaggio scurrile. Tutto quello che vorremmo non andasse in onda, insomma, condensato in uno show di prima serata di Canale 5. E infine lo Show dei record, cui abbiamo accennato qualche settimana fa, con il consueto carrozzone di nani, donne barbute, anziani tatuati, macchiette e via cantando.

Non stupisce affatto che tutti gli esempi che abbiamo elencato riguardino le reti Mediaset. In un periodo in cui persino la Rai, ente televisivo pubblico e quindi vincolato a regole ben precise, sta scivolando verso i bassifondi della qualità catodica, la televisione commerciale, principale indiziata (almeno da vent'anni) del degrado del mezzo, si sente in diritto di spingersi oltre, di varcare le colonne d'Ercole, per la verità superate da quel dì, del buon gusto.

Non dobbiamo considerare quei culi ballerini come il punto di non ritorno, il massimo del minimo, l'acme del pecoreccio che non si può superare. Ci piacerebbe fosse così, ma siamo certi che gli strapagati autori e dirigenti televisivi sapranno deliziarci ancora con ulteriori mirabolanti invenzioni. Il nostro terrore più grande, sinceramente, è che i due “anonimi calabresi” che si sono esibiti chiappe al vento, decidano prima o poi di mettere in scena anche Pinocchio...

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