Ffwebmagazine
15 maggio 2010
Vi ricordate quando, nel 1996, Denny Mendez, dominicana e di colore, venne scelta come Miss Italia? Settimane intere di dibattiti, iniziate ben prima della kermesse di Salsomaggiore, e fazioni contrapposte: una ragazza di colore rappresentava la tipica bellezza italiana?
Pare che negli Usa le discussioni di questo genere non abbiano lo stesso successo. Non c'entra, o almeno non si tratta solo di questo, della tipica propensione statunitense per il melting pot. Anche perché il concorso di Miss Usa 2010 non è stato vinto da una afroamericana, una ispanica o una asiatica (è già successo da tempo). Rima Fakih, nata nel Michigan 24 anni fa, ha qualcosa in più: è musulmana. La sua famiglia di origini libanesi festeggia sia le festività islamiche che quelle cattoliche.
Ecco la novità, ecco l'ultima frontiera da valicare nella sociologia a volte spicciola dei concorsi di bellezza. Una reginetta musulmana nel paese dell'11 settembre, dell'islamofobia che ha dominato i primi dieci anni di questo Terzo Millennio. Inutile fingere che non faccia specie: è un segnale importante di distensione, di una maturazione della società americana che forse può andare oltre quel giorno terribile di 9 anni fa, senza dimenticare nulla, ma anche senza generalizzazioni, senza pregiudizi, senza fare di tutta l'erba un fascio.
Ricordiamo tutti i mesi successivi all'attentato del World Trade Center: parecchi voli vennero fatti atterrare perché un passeggero spaventato aveva urlato al terrorista, solo perché il vicino di posto parlava arabo, o era di pelle olivastra, o indossava un turbante o una tunica. Questa lunga parentesi di diffidenza sembra essere finita, oggi, nella maniera più frivola possibile, con una fascia da miss consegnata dal multimiliardario Donald Trump a una immigrata di seconda generazione.
Eccolo l'altro punto cruciale, utile anche dalle nostre parti. Rima Fakih è figlia di libanesi, non dimentica le proprie origini né le tradizioni della sua famiglia. Eppure Rima è americana in tutto e per tutto. Abitudini, modi di pensare e di comportarsi, persino gusti alimentari: tutto nella nuova miss Usa è a stelle e strisce. E gli americani, popolo nato da un fenomeno globale di emigrazione, lo sanno bene.
Forse non lo capirebbero allo stesso modo alcuni italiani. Forse penserebbero che Rima è americana solo de jure. Forse penserebbero bene di manifestare contro la sua vittoria, magari portando un maiale al guinzaglio. Forse penserebbero che Rima è tutto fuorché occidentale, perché è musulmana, e l'Occidente è cristiano. Punto. Non si discute.
Eppure questi immigrati di seconda generazione sono sempre di più, parlano la nostra lingua meglio di molti di noi, tifano per le nostre squadre di calcio, vestono all'ultima moda del made in Italy, mangiano pasta e pizza. E proprio come è accaduto in America, anche in Italia prima o poi si dovrà prendere atto di un dato di fatto incontrovertibili, cioè che anche loro sono italiani, che anche loro (forse soprattutto loro, visto il tasso di natalità del nostro paese) rappresenteranno l'Italia di domani.
Chissà che ne pensano i leghisti, i filoleghisti, i metaleghisti, i postleghisti, della vittoria di Rima Fakih in quel di Las Vegas... Sarebbe il caso di imitare gli amici americani, anche solo “per vedere di nascosto l'effetto che fa”.
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