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sabato 30 aprile 2011

William & Kate, simboli di una generazione

FareitaliaMag
29 aprile 2011

Il gran giorno è arrivato: oggi William d'Inghilterra e Kate Middleton si sposano. E chi se ne frega?, diranno molti nostri lettori per nulla avvezzi alle cronache coronate. In parte hanno ragione, in parte no. Perché sarà pur vero che si tratta di un semplice matrimonio tra due ragazzi che hanno avuto la fortuna di nascere nelle famiglie dove sono nati, ma non per questo va derubricato a evento meramente mondano e “rosa” in un mondo che ha tanti altri problemi a cui pensare.
Sì, perché l'erede al trono di Regno Unito e Irlanda del Nord, Antigua e Barbuda, Australia, Isole Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu, futuro capo del Commonwealth e governatore supremo della Chiesa Anglicana, Comandante in capo delle forze armate e Signore dell'Isola di Man, non è l'ennesimo rampollo viziato della famiglia dei Windsor. È il futuro prossimo di una monarchia solida e amata dai propri sudditi ma che ha urgentemente bisogno di una iniezione di fiducia e di freschezza.
William è bello e affascinante come la madre Diana, e proprio nell'effetto pop della figura leggendaria dell'ex principessa del Galles sperano in molti, dalle parti di Buckingham Palace. Il figlio di Lady D non è Carlo, grazie al cielo, e in tutto e per tutto ricorda il mito materno: è impegnato nel sociale, piace agli inglesi (persino ai meno monarchici), ha scelto di svolgere il proprio compito più con il cuore che con la mente, più con l'umanità e la freschezza di un trentenne qualsiasi che con l'alterigia e la freddezza di una testa coronata. Si è innamorato di una ragazza borghese, figlia di due ex assistenti di volo chiacchieratissimi e ambiziosi, l'ha voluta e oggi se la sposa.
Spirito indipendente che non è solo una parte importante dell'eredità materna, ma anche, e forse soprattutto, caratteristica fondamentale dell'indole britannica. A dispetto degli stereotipi che vogliono gli inglesi compassati e algidi, formali e poco inclini alle emozioni, i sudditi di sua Maestà, soprattutto i più giovani, hanno sempre dimostrato lungimiranza e spirito pionieristico, avanguardismo allo stato puro in politica, nella moda, nella musica. Basta fare un giro a Soho o a Camden Town per averne la prova: è tutto un brulicare di energia vitale giovanile che si trasforma in creatività, in intrapresa, in voglia di cambiare il mondo. Certo, William è straricco, ha studiato nelle migliori scuole del Regno, non è certo un membro della working class tanto cara a Ken Loach, ma è comunque il simbolo di una generazione.
E lo stesso, forse ancora di più, vale per la bellissima Kate. Ha un peso gravosissimo sulle sue spalle, la bruna rampolla di una famiglia di parvenu dalle origini umili, eppure sembra in grado di poterlo portare con disinvoltura. Tutto dipenderà, oltre che dal suo grado di resistenza allo stress, anche dall'influenza che avrà su di lei la corte di Sua Maestà. Stavolta però, siamo sicuri che a Buckingham Palace non si ripeteranno gli errori del passato. Kate Middleton, futura regina di Inghilterra, non è Diana Spencer, purtroppo per lei, ma nemmeno la bizzosa e incontrollabile Sarah Ferguson o la scandalosa e discussa Wallis Simpson. È una ragazza di ventinove anni che si è innamorata di un coetaneo e oggi corona il suo sogno d'amore. Una ragazza per nulla disposta a sottostare ai diktat asfissianti della Corte ma che, d'altro canto, non ha nessuna intenzione di mettere in difficoltà i blasonati parenti. Elisabetta II, Filippo di Edimburgo, Carlo e Camilla sono avvertiti.
Stavolta, ne siamo sicuri, sarà lo spirito libero di una generazione sicura di sé a prevalere sulle impolverate dinamiche dei Windsor. A tutto vantaggio di William, Kate e della monarchia inglese. La sfida è contro la gerontocrazia di una istituzione millenaria, contro una visione impaludata della monarchia, che se non riuscirà ad accogliere le istanze del tempo verrà spazzata via inesorabilmente. E' una sfida giovanile e i giovani di tutto il mondo, oggi, dovrebbero fare il tifo per i due novelli sposi e augurare loro buona fortuna. Ne avranno bisogno loro. Ne avremo bisogno noi.

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