FareitaliaMag
17 maggio 2011
Diciamolo forte e chiaro: l'esperimento fasciocomunista fortemente voluto da Antonio Pennacchi e Fabio Granata a Latina si è rivelato un vero e proprio flop. Se la matematica non è un'opinione, l'1,05% dei consensi (831 voti) per il candidato sindaco Cosignani rappresenta un risultato disastroso, un segnale importante e da comprendere in una città storicamente di destra, dove Alleanza Nazionale raccoglieva molti consensi e dove c'era la possibilità di raggiungere un risultato di ben altro tipo. E invece no, si è preferito avventurarsi in una spericolata operazione che di “rivoluzionario” o “sperimentale” non aveva davvero nulla. Si è trattato, piuttosto, di una mossa suicida dettata da scarsissima capacità di visione politica e da un ancoraggio ostinato e perdente a valori e ideali che giustamente non hanno diritto di cittadinanza nell'Italia del 2011. Sì, perché anche se il mantra dei fasciocomunisti era “andare oltre le ideologie novecentesche”, il progetto presentato era totalmente figlio di quelle stesse ideologie. Un intruglio indigesto di posizioni di retroguardia che univano goffamente il peggior radicalismo populista di sinistra con qualche confuso rigurgito tardofascista, concepito male e presentato peggio.
Lo avevamo detto in tempi non sospetti, e qualcuno ci aveva accusato di non capire la “base”, di non voler seguire l'ineluttabile processo rivoluzionario di un partito che doveva essere la nuova destra liberale e che invece ha scelto una radicalizzazione delle posizioni che con il progetto originario di Futuro e Libertà nulla hanno a che spartire.
Potremmo agitare saccentemente il ditino, accompagnandolo con un legittimo “Ve lo avevamo detto”. Potremmo sogghignare di fronte a un risultato che non è una sconfitta ma una debacle, che non è una battuta d'arresto ma una bocciatura rotonda e totale di una proposta dissennata. Una bocciatura che, in un partito maturo e solido, dovrebbe far riflettere. Innanzitutto i capipopolo senza popolo o i guru senza adepti che si erano illusi di ottenere chissà quale risultato eclatante, capace persino di condizionare la linea nazionale di Fli. Sì, perché ora è troppo facile dire che si trattava di una provocazione culturale, quando fino a pochi giorni fa c'era chi parlava di “laboratorio”, di prove generali di progetti ben più ampi. Ebbene, l'elettorato di Latina ha detto no. E chi si sorprende o mostra delusione dimostra ancora una volta di non avere il polso della situazione del paese reale. La società italiana non è Facebook. La società italiana non è rappresentata da qualche decina di ammiratori acritici e dalle posizioni politiche un po' estreme e cieche, pronti a seguire pifferai magici di qualsivoglia specie fino alla vittoria finale della Rivoluzione. Lo devono capire coloro i quali hanno la piena responsabilità di questa mazzata tra capo e collo che chiude definitivamente la partita e stronca sul nascere i sogni politici dei Masaniello improvvisati.
Si torni a far politica vera, tra la gente. I rivoluzionari da tastiera, impegnati in una sorta di compulsione onanistica virtuale, convinti di rappresentare una fantomatica maggioritaria fetta di elettori di Fli e disposti a tutto pur di forzare il blocco e abbracciare derive dipietriste, manettare e populiste, si rassegnino. Futuro e Libertà, a Latina e in tutta Italia, deve essere la nuova destra liberale che non c'è e l'impegno di tutti deve andare in questa direzione, per rispetto nei confronti di chi ha creduto nel progetto. In caso contrario, qualcuno potrebbe pensare a mosse propagandistiche (fallimentari, peraltro) che in nome della ricerca ossessiva della visibilità mediatica sacrificano i sogni e l'entusiasmo di chi ingenuamente ci aveva creduto. I fasciocomunisti valgono l'1%, dunque, e se dicessimo che ci dispiace saremmo ipocriti. È il risultato che ci aspettavamo, è il risultato inevitabile di una spericolata manovra suicida. Meditate gente, meditate.
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