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mercoledì 21 ottobre 2009

Mesina sull'Isola? Nessuna meraviglia, purtroppo

Ffwebmagazine
21 ottobre 2009

Forse la Sardegna degli pseudo vip del Billionaire era stata saccheggiata fino all'ultima goccia di notorietà, e allora non restava che attingere anche al resto dell'isola, a cominciare dall'impervia e banditesca Barbagia. Potrebbe essere una spiegazione all'incomprensibile scelta di Graziano Mesina come prossimo “naufrago” sull'Isola dei Famosi. Altrimenti non si riesce a motivare, volendo essere razionali, una idiozia del genere.

Ha ragione, è persino superfluo dirlo, chi dice che Graziano Mesina, la primula rossa del Supramonte, ha pagato il suo debito con la giustizia ed è un cittadino come tutti gli altri. Primo fra tutti, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, sardo come Mesina e che si è appellato al diritto di andare in tv così come “le sgallettate”. Due torti non fanno una ragione. E comunque le “sgallettate”, quantomeno, non hanno trascorso quarant'anni in gattabuia per reati terribili. Le difese nei confronti di Grazianeddu, dunque, non dimostrano affatto che “arruolare” un ex bandito, condannato per tentato omicidio e sequestro di persona, autore di numerose e rocambolesche evasioni, non sia una colossale fesseria.

Cosa c'entra Mesina con l'Isola? Cosa c'entra con un reality show, pur se non certo di altissimo livello culturale? Con che coraggio la televisione pubblica ingaggia un bandito con i soldi dei cittadini? In una televisione normale di un paese normale nulla, è lapalissiano. Ma le stesse domande, poste in Italia e riguardanti la televisione del nostro paese, potrebbero ricevere risposte sconsolanti. Da qualche anno la nostra tv si è imbarbarita più del consueto e dell'accettabile, in nome della ricerca spasmodica di un'audience di bassissimo livello, che se ne infischia del pur abusato concetto del “ruolo pedagogico della televisione”. E i reality, che all'inizio di questo secolo avevano rappresentato una indubbia rivoluzione televisiva e sociologica (il primo Grande Fratello rimarrà per sempre uno spartiacque incontestabile), sono stati la prima linea dell'invasione barbarica del vuoto culturale televisivo.

È la stessa tv, per intenderci, che domenica scorsa ha offerto un penoso spettacolo a Domenica 5, durante la quale si è scatenata una volgarissima rissa verbale tra Alessandro Cecchi Paone e il cattolico “tradizionale” (un musulmano “tradizionale” è definito integralista) Maurizio Ruggero, provocata da un infuocato dibattito sull'omofobia. E la storia del trash televisivo è così ricca di aneddoti che non basterebbe questo articolo per ricordarli tutti.

Ciò premesso, dunque, quasi non stupisce l'assurdità di Mesina all'Isola. In fondo è la continuazione di un altro deleterio filone televisivo molto in voga in questo momento. È l'infotaiment, il connubio mortifero tra informazione e intrattenimento, gossip e cronaca nera insieme. Lo ha denunciato giusto due giorni fa Aldo Grasso sulle colonne del Corriere della Sera, prima che esplodesse la bomba Mesina.

Probabilmente l'affaire si sgonfierà, qualche dirigente Rai o Magnolia (la società che produce il reality) o Simona Ventura stessa (vestale dell'Italia stracafonal) diranno che no, loro il bandito sardo non l'hanno mai voluto. Se così sarà, ci rimarrà il dubbio che le prese di distanza siano state dettate solo dalle reazioni veementi e indignate, per una volta a buon diritto, di alcuni politici. Perché, in fondo, che l'Italia televisiva sia ormai senza vergogna è un dato di fatto tristemente acquisito. Totò Riina, Wanna Marchi e Renato Vallanzasca sono allertati: la prossima edizione dell'Isola dei Famosi si potrebbe svolgere all'Asinara...

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