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mercoledì 10 febbraio 2010

Noi tifosi, orfani della D'Amico

Ffwebmagazine 
10 febbraio 2010
Mai parto fu tanto atteso, almeno dai tifosi di calcio. La gravidanza di Ilaria D’Amico, volto storico di Sky Calcio Show, sembra infinita, pare non voglia concludersi mai. A provocare questa spasmodica e snervante attesa, forse, è Fabio Caressa, il telecronista che l’ha sostituita alla conduzione del programma domenicale della tv di Murdoch.

La bella (ma soprattutto brava) giornalista romana ci aveva abituati fin troppo bene. Una donna che parla di calcio, si sa, fa sempre storcere il naso. In Italia il pallone è una cosa maledettamente seria e i maschietti lasciano controvoglia questo compito gravoso al gentil sesso. Però lei era riuscita a zittire dubbiosi e critici, a tenere salde le redini della trasmissione. Affrontava con piglio deciso allenatori infuriati dopo una partita persa, guidava e coordinava inviati e opinionisti, rintuzzava polemiche pallonare con un savoir faire da applausi. Fino a qualche mese fa, quindi, noi tifosi ci rifugiavamo in lei, sacerdotessa garbata del rito più amato dagli italiani. Poi la iattura, la catastrofe, il cataclisma: Ilaria D’Amico è incinta.

Scherzi a parte, l’evento più bello nella vita di una donna si è trasformato in un disastro per gli abbonati Sky, quando a sostituire la giornalista è stato chiamato Fabio Caressa. Sì, proprio lui, il mitico telecronista dei Mondiali 2006, il cantore del trionfo azzurro, l’inventore di frasi rimaste nella memoria collettiva come «Prepariamo le valigie, andiamo a Berlino», dopo la semifinale vinta con la Germania a Dortmund, o «Alzala alta capitano», urlato mentre Fabio Cannavaro riceveva tra le mani la Coppa del Mondo. Come telecronista, dunque, nulla da eccepire. Da quando è esploso il fenomeno Caressa, lo stile vetusto e noioso di molti telecronisti Rai e Mediaset si nota ancora di più. Tutto a vantaggio di Sky, che ha conquistato una larga fetta di pubblico sportivo anche grazie a lui.

Tutti questi meriti, però, sono svaniti come neve al sole quando il buon Caressa ha sostituito la D’Amico. Sky Calcio Show, da contenitore calcistico garbato e professionale, è diventato una succursale catodica del peggiore bar dello sport. Per una beffarda legge del contrappasso, ad esempio, ora a regnare in studio è un insopportabile e becero maschilismo. Domenica scorsa, per citarne una, Caressa ha mostrato, dopo lo scandalo delle scappatelle del giocatore inglese Terry, le foto di molte compagne di calciatori britannici, sottolineandole con apprezzamenti da commedia sexy anni Settanta.

E poi lo stile  urlato del Caressa telecronista, sempre ipereccitato come fosse imbottito di caffeina, mal si concilia con le riflessioni del dopopartita. Dopo l’adrenalina dei novanta minuti, Sky Calcio Show era la giusta camera di compensazione, un luogo per dibattere sui temi della giornata con sobrietà e raziocinio, evitando di scadere nelle baruffe da curva. È un treno in corsa senza controllo, il buon Caressa, che attraversa con furia le stazioni affollate senza mai fermarsi. E che dire dello slang romanesco che lo fa somigliare tanto a un personaggio di Verdone? Chissà se a Trieste o  Cefalù capiscono sempre tutto quello che dice…

Peccato davvero. Perché con questa scellerata sostituzione (vorremmo proprio sapere a chi è venuta la brillante idea) si rischia di rovinare due gran belle cose che ci ha regalato il calcio targato Sky. Innanzitutto un programma come Sky Calcio Show, sapiente miscela tra i modi della D’Amico e la competenza di Mario Sconcerti; e poi la brillantissima carriera da telecronista di Fabio Caressa. A commentare una partita nessuno è più bravo in Italia, senza dubbio. Proprio per questo, però, lo vorremmo sapere sempre sugli spalti, la cuffia sulle orecchie e il fido Bergomi a fianco, piuttosto che vederlo soffrire in uno studio televisivo, schiavo forse del suo adrenalinico personaggio. In mancanza di una soluzione migliore e immediata, però, non ci resta che attendere pazientemente il giorno del fatidico parto. Sperando con tutto il cuore che la splendida puerpera non decida di attendere lo svezzamento prima di tornare in onda.

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