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venerdì 12 febbraio 2010

Per favore, non chiudete il bosco della Melevisione

Ffwebmagazine
12 febbraio 2010

Eh no, la Melevisione non si tocca! Possiamo sopportare le domeniche trash, i cachet esorbitanti di Sanremo, l’Isola dei Famosi, ma questo no. Scherzi a parte, la notizia secondo cui la Rai starebbe per cancellare dal palinsesto il pomeriggio per ragazzi di Rai Tre è tutt’altro che marginale, come invece potrebbe sembrare.

Mamma Rai non può abbandonare i propri figli, specie quelli più piccoli. La programmazione per bambini e ragazzi di viale Mazzini ha ormai nel pomeriggio della terza rete il suo ultimo ridotto, la cittadella da difendere ad ogni costo. Eppure in Rai la decisione pare sia stata già presa. E c’è chi si è giustamente arrabbiato e attraverso Facebook ha lanciato una campagna seria in difesa delle trasmissioni.

La Melevisione, in onda dal 1999, è ormai un programma di culto per i ragazzini italiani. Una trasmissione che, peraltro, colmava un vuoto che da qualche anno si era venuto a creare sui canali Rai, dopo la fine di programmi storici e di successo come Big! e Solletico. Personaggi come Milo Cotogno, Lupo Lucio, Principessa Odessa, sono ormai entrati nell’immaginario collettivo dei bambini. E poi, oltre alle magiche vicende del Fantabosco, la decisione della Rai cancellerà, a quanto pare, anche altri programmi come Trebisonda e il GtRagazzi. Proprio quest’ultimo andrebbe preservato come un animale in via di estinzione.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio telegiornale dedicato ai più piccoli che, tra il serio e il faceto, informa una fascia consistente di giovani italiani che non ha altri strumenti per sapere come va il mondo.

La Rai ha risposto alle polemiche con rassicuranti (nemmeno molto, in realtà) progetti per il futuro. A quanto pare l’intenzione sarebbe quella di trasferire la programmazione per ragazzi sui canali a loro dedicati sul digitale terrestre (Yoyo e Gulp). Peccato, però, che lo switch off della tv analogica non è ancora stato completato in tutta la penisola e milioni e milioni di persone guardano la tv terrestre, con i sette canali nazionali canonici. La scusa, dunque, non regge. E le perplessità di chi si è allarmato (conduttori, attori e maestranze in primis) sembrano più che lecite.

Del ruolo educativo della televisione pubblica abbiamo parlato varie volte in passato. Ma stavolta non si tratta di un discorso teorico generale ma di una notizia davvero preoccupante. La tradizione Rai per la tv dei ragazzi è lunga e onorata: da L’amico degli animali (condotto da Angelo Lombardi) a Supergulp, passando per i telefilm e le serie animate leggendarie, viale Mazzini ha svolto in passato un ruolo fondamentale nell’intrattenimento e nell’educazione dei più piccoli. Ruolo al quale pare stia abdicando. Almeno sulle frequenze terrestri. È un vero e proprio campanello d’allarme, se è vero che la televisione è, ormai da anni, la vera balia delle famiglie italiane.

Per questi motivi, dunque, non possiamo fare altro che accodarci a chi difende strenuamente il pomeriggio televisivo di Rai Tre. In un mondo così brutto, quasi mai a misura di bambino, il Fantabosco è un porto sicuro per i telespettatori più piccoli. E anche per chi come noi, ammettiamolo, preferisce le ingenue avventure di Milo Cotogno e dei suoi strampalati amici ai talk show urlati del pomeriggio targato Rai.

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