FareitaliaMag
4 luglio 2011
Che paese strano, l'Italia. Dove lo trovate un altro paese che dedica una domenica d'estate alla guerriglia per dire no al progresso, alla costruzione di una linea ferroviaria moderna che ci collegherebbe degnamente al resto dell'Europa? Da nessuna parte, diciamocelo. Siamo un paese bislacco, pronto a dividersi tra guelfi e ghibellini anche su temi che all'apparenza sembrano pacificamente condivisibili.
Le contraddizioni si sprecano, nella vergognosa vicenda dei No Tav. Innanzitutto c'è l'incredibile niet degli ambientalisti che, dopo decenni di predicozzi sulla necessità di diminuire il traffico su gomma a favore di quello su rotaia, ora dicono no alla rotaia perché la montagna non può essere perforata. Dio solo sa perché.
Poi ci sono i partiti politici più radicali (da Sel ai grillini) che cavalcano con una faccia di bronzo degna di miglior causa l'onda lunga del populismo un tanto al chilo, figlio anche delle recenti elezioni amministrative. Incredibile la posizione di Beppe Grillo, che ha definito “eroi” i quattro sfaccendati che hanno provocato disordini e violenze. Come un Masaniello da quattro soldi, il comico genovese ha così arringato la folla: «State facendo una rivoluzione straordinaria, siete tutti eroi, le campane suonano per tutta l'Italia che ci sta guardando attraverso la rete». Detto questo, il cantore dell' “armiamoci e partite” è fuggito dai lacrimogeni e le randellate le ha lasciate agli altri, agli “eroi”.
E il bollettino di “guerra”, alla fine della domenica di follia, è da scenari libanesi: 188 agenti di polizia feriti, forse altrettanti tra i manifestanti. Questo l'eroico responso di una eroica domenica vissuta stupidamente.
I partiti politici, per fortuna, hanno mostrato buonsenso. A parte qualche lupo solitario che, anche a destra, su facebook si è mostrato ondivago per strizzare l'occhiolino alle armate tastierate intrise di proclami vuoti e voglia di conservazione ottusa.
Sarebbe bello poter parlare di Tav, poter analizzare nel merito i pro (tantissimi) e i contro (inesistenti) di un progetto irrinunciabile senza il quale saremmo ancora di più fuori dall'Europa che conta. Le forze responsabili del paese, dunque, parlino insieme alla gente. Spieghino l'ovvio, perché in questo strano paese anche l'ovvio va spiegato, ahinoi. Spieghino che la Tav è un progetto vitale per il futuro di questo paese. Spieghino che la violenza non ha mai risolto nulla, e l'Italia lo sa bene, purtroppo. Spieghino ai valligiani della Val di Susa che Grillo parla per convenienze personali, per voglia di visibilità mediatica. Spieghino che l'alta velocità è ecosostenibile, economicamente vantaggiosa e utile al progresso italiano. Spieghino tutto ciò, facciano fronte comune contro il populismo demagogico. Plachino gli animi di chi non capisce (o non vuole capire) e dimostrino, almeno una volta, che esiste una classe dirigente capace di reggere le sfide della modernità.
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