Ffwebmagazine
31 marzo 2010
Cari politici,
dopo la “Quaresima” alla quale siete stati obbligati durante la campagna elettorale, in questi giorni tornerete in televisione. Per fortuna, bisogna dirlo. Perché il provvedimento della Commissione di vigilanza, proposto dai Radicali e cavalcato dal centrodestra, ha rappresentato una brutta pagina per la libertà di informazione nel nostro paese. Il mese di digiuno (vostro e nostro) è passato. Ricomincerete ad affollare i salotti televisivi, ad accapigliarvi sullo zero virgola, a rinfacciarvi colpe vere o presunte e a promettere di tutto e di più agli incolpevoli telespettatori. Bruno Vespa, Michele Santoro e Giovanni Floris non vedono l'ora di ospitarvi di nuovo, di sfruculiarvi, di tirar fuori il peggio di voi, perché fa notizia (ancora?) e soprattutto audience.
E voi ci cascherete, ne siamo certi. Innanzitutto perché ormai la politica in tv è così: urlata, sguaiata, priva di contenuti e di proposte concrete. Un duello all'ultimo sangue con la vittoria finale assegnata a chi avrà alzato di più la voce. E poi, cosa non secondaria, perché avete capito una volta di più, dopo queste Regionali, che il nostro non è un paese per fini pensatori e pacati promotori di idee. L'urlo (e non solo televisivo) premia. Il resto sono solo chiacchiere che contano pochissimo, soprattutto in termini di voti.
Con questa lettera aperta, che probabilmente non leggerete nemmeno, ci si appella al vostro buon senso e alla consapevolezza che le cose che dite in tv fanno presa sulla gente, ne condizionano scelte e stili di vita, ne orientano l'opinione e il voto, oltre che i comportamenti nella vita quotidiana. Lunedì sera, al rientro dopo il mese di stop, non avete dato il meglio di voi. Il ministro Bondi e l'onorevole Bindi, ad esempio, si sono esibiti in un continuo battibecco sulle immacolate poltrone di Porta a Porta. Sono arrivati addirittura a sfidarsi su chi, tra i due, rappresenti di più i valori cristiani. E davanti a una provocazione dell'on. Donadi, persino un serafico lama tibetano come Sandro Bondi si è alzato di scatto minacciando di prendere a schiaffi il dipietrista (“Non lo faccio solo perché sono un signore”). Lo stesso signore, per intenderci, che qualche minuto prima aveva dato della “volgare” a Rosy Bindi, rea di aver detto, testualmente, che il ministro stava raccontando delle “balle”.
Non ci siamo, cari politici. Questa vostra rentrée deve essere davvero un nuovo inizio per la politica in televisione. Siate propositivi, costruttivi, scontratevi quanto volete ma nel rispetto dei ruoli che ricoprite e, soprattutto, di chi vi guarda da casa. In caso contrario, però, abbiate almeno la decenza di non lamentarvi per il crollo dell'affluenza. Non vi sorprendete più della “disaffezione nei confronti della politica”, non cadete dal pero se il movimento di Beppe Grillo ottiene un bel risultato. È tutto frutto del vostro comportamento, anche e soprattutto quello televisivo.
Ma quello che ci aspettiamo da voi (da inguaribili ottimisti quali siamo) è che in televisione ci andiate solo per riferire alla gente le vostre proposte politiche. Niente più interventi (ex ante o ex post che siano) per mettere a tacere questo o quello, niente lottizzazioni delle testate giornalistiche della tv di Stato, niente faziosità (di destra o sinistra che sia) che ridicolizza innanzitutto voi e la classe dirigente di questo paese. In questo caso, però, la colpa è anche dei giornalisti. Alcuni nostri colleghi, pochi per fortuna, pieni di zelo o ideologia, rinunciano al loro ruolo quasi “sacro” di informatori della gente, di divulgatori di notizie vere e di interpretazioni obiettive (visto che imparziali non se ne parla proprio). Se l'esigua minoranza della categoria della quale facciamo parte anche noi dimostrasse un po' di coraggio in più, siamo certi che anche voi ne trarreste beneficio.
Ricomincia la vostra scorpacciata di ospitate, collegamenti, dibattiti e cinguettii, dunque. Ci aspettiamo davvero un cambio radicale di rotta. Anzi, lo pretendiamo. Altrimenti siamo pronti a snocciolare 109 buoni motivi (uno per ogni euro del canone che paghiamo ogni anno) per rendere permanente e irreversibile il pur orrido e illiberale black out televisivo che ha contraddistinto questa anomala campagna elettorale.
Speranzosamente vostro
Domenico Naso